La posta elettronica certificata : pec, cec pa, pec pa, confusione totale!

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La posta elettronica certificata è senza alcun dubbio un grandissimo vantaggio. Risparmio di costi, efficienza lavorativa ed operativa, corretta trasmissione dei documenti informatici, valore probatorio alle mail inviate ai destinatari. Questi sono solo alcuni dei grandi vantaggi della PEC. Purtroppo però, come spesso accade, il legislatore italiano non riesce a produrre sul campo pratico i benefici di una nuova innovazione tecnologica. Pochi sanno, infatti, che la Posta Elettronica Certificata manca completamente di interoperabilità.


Si legge da Wikipedia . ” Il termine interoperabilità esprime il concetto moderno, oggi sempre più applicato a molteplici settori, di permettere mediante procedure unificanti l’interscambio e l’interazione nei campi dell’informatica, delle telecomunicazioni, dei trasporti ferroviari ed aerei e dei sistemi di sicurezza della circolazione. Interoperabilità è, nel primo caso, la capacità di un sistema o di un prodotto informatico di cooperare e di scambiare informazioni o servizi con altri sistemi o prodotti in maniera più o meno completa e priva di errori, con affidabilità e con ottimizzazione delle risorse. Obiettivo dell’interoperabilità è dunque facilitare l’interazione fra sistemi differenti, nonché lo scambio e il riutilizzo delle informazioni anche fra sistemi informativi non omogenei (sia per software che per hardware).

Dunque chiunque di voi si sarà fatto un idea dell’importanza dell’ interoperabilità nei sistemi informativi e quindi anche nella PEC, proprio per lo scambio legale dei dati che in essa sono contenuti. Ma vediamo perchè la PEC non è completamente omogenea tra i vari sistemi utilizzati ad oggi per la trasmissione di posta elettronica certificata.

L’articolo 16‐bis della legge 2/2009 , ha stabilito l’attribuzione senza oneri di una casella di PEC ai cittadini che ne facessero richiesta, unitamente alla condizione che le comunicazioni transitanti per la predetta casella di PEC dovessero essere senza oneri. A garanzia di quanto già previsto, con il DPCM del 6 maggio 2009  il ministro Brunetta ha sancito le modalità di rilascio e di uso della casella di PEC assegnata ai cittadini, prevedendo che sia attribuito ad ogni cittadino che ne faccia richiesta un indirizzo di PEC a titolo non oneroso, da utilizzare per tutte le comunicazioni con la P.A.

Insomma sembrerebbe che sia tutto molto bello. E invece no. Purtroppo la CEC PAC Cittadino può comunicare solo ed esclusivamente con : CEC PAC di una Pubblica Amministrazione e Pec Pubblica Amministrazione. E che fine fanno le altre PEC ? Ovvero le CEC PAC degli altri cittadini come me e le PEC private (tipo Aruba per intenderci) e le PEC delle Imprese e Professionisti ? Risposta : non si possono mandare mail certificate alle PEC di cui sopra!!! Dunque io ho un sistema legalizzato per l’invio delle PEC, ma non con tutti i soggetti, solo alcuni. Ed ovviamente lo stesso ragionamento può essere fatto al contrario, cioè da PEC Cittadino ad esempio non è possibile inviare mail certificare a CEC PAC PA e CEC PAC Cittadino. Ma per meglio chiarire tutte le comunicazioni possibili, di seguito è indicata una semplice tabella :

DA \ ACEC PAC PACEC PAC CITTADINOPEC PAPEC CITTADINOPEC IMPRESE E PROFESSIONISTI
CEC PAP PASISISINONO
CEC PAC CITTADINOSINOSINONO
PEC PASINOSISISI
PEC CITTADINONONOSISISI
PEC IMPRESE E PROFESSIONISTINONOSISISI

Si evidenzia dunque l’estrema confusione che il legislatore italiano ha portato con queste ultime “invenzioni” tecniche, ma non solo. Siamo proprio sicuri che un comune cittadino che ha attivato la sua Posta Elettronica Certificata, quando invierà una mail ad un’ altra PEC conosce perfettamente con quale PEC potrà comunicare ?

Ai posteri la risposta.
P.s : l’articolo è datato un anno fa , ma le cose ad oggi non sono ancora cambiate.

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